Descrizione
Il 4 giugno 1944, nel giorno in cui Roma viene liberata dai nazifascisti, nei pressi della stazione di Capistrello, in provincia dell’Aquila, ha luogo uno dei più tragici eventi legati alla Seconda guerra mondiale in Abruzzo. Trentatré persone innocenti, tra cui un bambino di 13 anni, vengono uccise con un colpo alla nuca e gettate in una fossa comune da soldati dell’esercito tedesco ormai in ritirata. Le vittime, per la maggior parte pastori e contadini catturati in montagna, non avranno mai giustizia a causa dell’insabbiamento dei documenti relativi alla strage. Le carte, insieme a quelle di altri tragici eventi dello stesso periodo, riemergeranno infatti solo mezzo secolo più tardi all’interno del famigerato “Armadio della vergogna”, ritrovato con le ante rivolte verso il muro negli scantinati di Palazzo Cesi, sede della Procura generale militare a Roma.
A ottant’anni dalla strage della stazione e dall’uccisione del diciottenne del paese Piero Masci – eventi che hanno segnato per sempre la memoria del centro marsicano – Alfio Di Battista torna a focalizzare l’attenzione sui Martiri di Capistrello, attraverso la scrittura di un testo teatrale carico di pathos, in cui sono le voci delle stesse vittime a farsi portatrici della propria storia.
Alfio Di Battista
Alfio Di Battista è nato in Francia ad Avignone da genitori abruzzesi e vive a Capistrello, in provincia dell’Aquila. Funzionario di banca, nelle vite precedenti ha frequentato le scuole di volo dell’Aeronautica Militare conseguendo il brevetto di pilota d’aeroplano e ha lavorato nel campo della geologia. Giornalista pubblicista, si interessa di macroeconomia nel tentativo di capire dove è diretto il nuovo mondo e fa politica attiva come forma di resistenza al nichilismo dilagante. È appassionato di letteratura e sperimenta caffè letterari nei bar, dove non di rado gli capita di incontrare personaggi che sembrano appena usciti dalle pagine dei libri che sta leggendo. Ha pubblicato i romanzi Il confine invisibile (in self publishing nel 2016) e Onorevoli ipocrisie (Oakmond Publishing, 2020)
Immagine e progetto grafico di copertina di Andrea Padovani.
RASSEGNA STAMPA
L’importanza del ricordo a ottant’anni dalle stragi nazifasciste in Appennino – Il dolomiti